In posa con il ministro

Se c’è qualcuno che a Kuala Lumpur non ha valore, è il pedone. E’ allucinante, agli incroci puoi stare anche mezzora ferma ad aspettare, perché anche quando al semaforo l’omino diventa verde (e questo ti darebbe il diritto ad attraversare), c’è sempre qualche flusso di macchine che ti taglia la strada. Ieri sera, mentre rientravo ed ero ferma in questa condizione, una coppia di signori arriva e mi affianca, lei è a braccetto di lui. Dopo poco iniziano ad attraversare, e d’improvviso lei mi prende per il braccio e mi spinge con loro! “You must be brave!”, ha esclamato quando siamo arrivati sull’altro marciapiede! Cara signora, anche oggi io ci ho provato a “To Be Brave”, ma mica è facile eh! Diciamo che la strategia che adotto è quella di accodarmi sempre a qualcuno, così se non altro viene investito per primo!
Oggi pomeriggio un acquazzone improvviso mi ha portato a rivedere i miei piani. Ho fatto comunque in tempo a fare un bagno in piscina (primo appuntamento della giornata!), quindi mi sono diretta a Piazza Merdeka. “Merdeka” significa “indipendenza” in malese, e segna appunto la fine dell’epoca coloniale. Ci sono tantissime bandiere nella piazza, ma quella che colpisce è un’asta alta 100 metri (si dice sia una delle più alte del mondo), nel quale sventola orgogliosamente la bandiera malese. Fa davvero effetto, è come se si percepisse il senso della nazione in quella piazza. Poi ho visitato la cattedrale, il palazzo del governatore (al quale ovviamente non mi hanno fatto entrare), una moschea (anche quella guardata da fuori), e poi visita al Bazar, dove ho comprato un monopod 2.0, valido sia per la macchina fotografica che per il cell (tipo asta da selfie)… vediamo quanto durerà! 

Poi la pioggia ha iniziato a tenere testa, e così ho deciso di prendere un taxi per riavvicinarmi. Fermo un taxi e salgo. Faccio vedere al tassista l’indirizzo del grattacielo, ma lui scuote la testa. “Non so tutti i grattacieli a memoria”, mi risponde. Gli faccio notare anche il nome della strada: “Non ho il GPS”, ribatte lui. Andiamo bene!
Mi viene in mente che ieri ero passata davanti al MATIC (Malaysia Tourism Centre) e stavano allestendo tutto il giardino, e mi avevano detto che quest’oggi ci sarebbe stata una grande festa. Così gli chiedo se conosce almeno il MATIC e mi dice di sì. Ringraziamo il cielo!

Arrivo e c’erano tantissime persone nonostante la pioggia, e molto molto cibo! 
Ho mangiato tanto ben di Dio tra zuppe, riso e dolci. Volevo fare delle foto, mi continuavo a ripetere che era una bella situazione da riprendere, ma avevo le mani occupate: con una reggevo il bicchiere sopra al quale avevo posizionato il piatto (in una perfetta situazione di equilibrio), e con l’altra mangiavo. Insomma, difficile pensare ad altre azioni avventate!
Quando lo stomaco era soddisfatto, ho tirato fuori la macchina fotografica, e mi son messa a catturare volti! Avevo già coperto tutte le bancarelle, ero sulla strada dell’uscita, quando mi vengono a chiamare una ragazza e un ragazzo: “Are you a photographer?” , mi chiedono. Rispondo di sì senza riflettere più di tanto. 
Mi chiedono se ho fretta o se posso aspettare altri venti minuti, perché sta venendo un ministro e vorrebbero che io lo fotografassi. La situazione mi sembra alquanto surreale, ma questa ragazza avanza con le domande: 
“Where are you from?”
“Italy”
“Why are you here?”
“Holiday”
“Are you alone?”
“Yes!”
“Oh really? Are you arrived alone in Malaysia? You are so brave!” 
(Avrei voluto risponderle che non sono abbastanza coraggiosa per attraversare la strada qui, ma ho tralasciato…)
“How do you say Thanks in italian?”
“Grazie”
“Oh Grazie!”
Nel mentre mi ha già fatto attraversare tutte le bancarelle, e siamo entrate in una stanza adornata di ogni cosa e pullulante di persone. C’erano dei piccoli divanetti al centro ed una marea di videocamere e fotocamere. 
“Il Ministro del Turismo sta facendo una piccola conferenza stampa ora, appena finisce entri in azione tu”, mi dice.
Io continuo a non capire: ma che devo fare? Devo fotografare il Ministro? Con tutti questi fotografi che ci sono perché questa tizia è venuta a chiamare proprio me? 
Non posso chiederle niente però perché è svanita, non so dove sia andata a finire. Rimango lì ad assistere a questa conferenza sui generis, mi annoio quasi subito e mi siedo su un divano. Dopo un po’ il corteo si muove verso l’ingresso, la tipa spunta di nuovo da dietro e mi urla in un orecchio: “Let’s go let’s go!”
Io la seguo, e mi fa sorpassare in malo modo molta gente. Raggiungiamo il Ministro, che è all’ingresso con lo staff per la foto di rito. Immagino che sia quello il mio compito, e così mi avvicino e scatto. Ci sono tanti altri fotografi ovviamente ad immortalare la scena, ma lui mi vede e viene verso di me: “Oh, where are you from?” mi chiede.
Rispondo che sono italiana, lui mi stringe la mano e mi spiega che questa festa è una sorta di nostro Natale, dura un giorno ma raccoglie tantissima gente per mangiare in compagnia. 
Mi chiede se ho provato il cibo, e rispondo di sì e che l’ho trovato squisito. Sorride, e mi ristringe di nuovo la mano.
E’ a questo punto che la tizia entra in azione: “Vuoi la foto con il Ministro? Dammi la macchina che te la faccio!”, esclama. 
Io sempre più basita non rispondo, ma lei mi ha già preso la macchina dal collo e si è messa in posizione per scattare. Anche gli altri fotografi si avvicinano ed ecco che vengo colpita da flash da tutti gli angoli.  
Finalmente il Ministro mi “libera”, e prosegue con il suo corteo, io cerco di tornare in possesso della mia macchinetta.
La tipa è tutta sorridente, e mi abbraccia: “Grazie mille – mi dice– sai, eri l’unica straniera qui in mezzo, è stato bello che il Ministro ti abbia visto!”.

Cosa aggiungere di più?

Vi presento Datuk Seri Mohamed Nazri Abdul Aziz, Ministro del Turismo e della Cultura della Malesia, qui in posa con la sottoscritta!

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