In una capsula a Bangkok

Una cosa non rimpiangerò di Kuala Lumpur: le persone con le quali ho condiviso il loft, visto che praticamente non abbiamo avuto mai a che fare. 
Ho provato una forte antipatia per il tizio che dormiva sopra a me nel letto a castello. “Di giorno dorme, è da un po’ che è qui da noi”, mi ha detto il padrone il giorno che mi ha dato le chiavi. Ed è vero, posso confermarlo: se rientravo verso le 2 o le 4 lo trovavo a dormire, poi la sera si piazzava con il pc sul tavolo, e rideva. Ha passato tutte le notti al pc a ridere e a cucinare nelle ore più improbabili. A me non ha rivolto parola, alle altre due neppure, ma ride tutto il tempo davanti al pc, è normale? Non so di che nazionalità sia, è asiatico comunque.
Poi c’era una cinese che…vabbè, faceva la cinese appunto, usciva la mattina alle 8, rientrava la sera dopo le 10, si lavava i vestiti, si metteva tremila creme e si preparava il tour dell’indomani. Tutto questo senza guardare in faccia nessuno.
E poi la terza, una ragazza di origini metà canadesi metà portoghesi. Con lei qualche parola l’ho scambiata, e questa mattina abbiamo fatto colazione insieme. Mi ha detto che voleva andare sulla KL Tower, le ho spiegato che la metro non ci arrivava fin lì, l’unico mezzo era il bus turistico. Le ho detto che le potevo dare il mio biglietto, tanto non lo avrei usato visto che andavo via. Mi ha ringraziato e se lo è preso. Poi mentre ero in bagno ho sentito che è uscita, capito che cafona? Neanche mi ha salutato, sapeva che stavo ripartendo, glielo avevo detto ed aveva visto la valigia. Non so neanche i nomi di questi tipi, non è una gran perdita in fondo. E’ triste però pensare che siamo stati tre giorni insieme senza conoscerci.

Ho fatto il check out dal Mercu Summer Suites prima dell’orario stabilito, perché alle 10 in punto ero alle Patronas Twin Towers, pronta per la mia visita ufficiale! 
Alla hall ho trovato ad attendermi Imanizah, l’ufficio stampa delle Patronas. E’ una ragazza sorridente e molto solare, sa fare bene il suo mestiere diciamo. Mi ha fatto tante domande mirate nel corso della visita, e più volte si è raccomandata di inviarle l’articolo una volta pubblicato. E’ stato bello salire passeggiare sulla passarella al 46 piano, con la consapevolezza di essere sospesi. E poi salire su, fino all’86. Una delle due torri è adibita soltanto ad uffici, l’altra invece ha anche due piani ai quali è possibile l’accesso ai turisti.

Patronas è il settimo grattacielo al mondo (al primo posto Dubai ovviamente!) e tutti gli altri sono in Asia, tra Cina e l’Arabia Saudita. 
Accanto alle Twin Towers ora stanno costruendo un altro grattacielo di 78 piani, sarà pronto l’anno prossimo, al momento c’è solo un cantiere. Mi sorprende il dinamismo e la velocità con la quale in questi paesi si erigono palazzoni, e mi fa sorridere se penso all’Italia, e alla sua serie infinita di cantieri interrotti e di opere incompiute.
Mi spiegava Imanizah che in Malesia è molto facile tirare su grattacieli, perché è un paese in cui non c’è rischio sismico e non è mai stato colpito da catastrofi naturali. “In Malesia avete solo incidenti aerei”, ho ribattuto io sorridendo, ma non le è piaciuta la mia risposta e ha subito cambiato discorso. 

Dopo sono andata in stazione e da lì ho preso l’autobus fino all’aeroporto. Klia2 è un aeroporto molto grande, ci ho passato tre ore e sono passate subito. Poco dopo le 17 il mio volo Air Asia (rigorosamente low cost) è partito in direzione Bangkok.
La Tailandia: eccola qui la mia ultima tappa di questo viaggio.

Il volo è stato pieno di turbolenze, e ho pensato persino che Imanizah mi abbia fatto gli scongiuri! Ma sono arrivata sana e salva
:) 

Ennesima fila interminabile al controllo passaporti, e poi ho dato il meglio di me! Ho rifiutato il taxi e ho deciso di arrivare all’ostello con le mie forze. Prima ho preso l’autobus dall’aeroporto alla metro, poi la metro per una decina di fermate, e poi alla fine…TukTuk! Non ho resistito al fascino dell’apetta (è molto più ricercata e rifinita di quella dello Sri Lanka), ho caricato valigia e zaino in un batter d’occhio, dopo aver contrattato il prezzo ad un terzo della cifra chiesta all’inizio. 
Alle 21 circa sono arrivata all’ostello Matchbox Bangkok Hostel , la sua originalità sta nel fatto che è costituito da …capsule! Io sto nel dormitorio femminile, siamo in 8 ma è come se fossi sola visto che ognuna è nel suo box formato da un letto a una piazza e mezza, una tv lcd e cassaforte. Insomma, qui la privacy è salvaguardata, spero però di riuscire a trovare gente un po’ più aperta questa volta!

Nella foto un momento di svago durante la visita di stamane, mentre cercavo di controllare le Patronas versione 3d con il codice QR del mio biglietto. Eh sì, i Pokemon mi fanno un baffo!

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