A Bangkok Dio esiste!

Domani è una settimana che sono a Bangkok, ed allora mi concedo il lusso di dare delle piccole.. dritte e consigli di viaggio!

Esperienze da provare nella capitale tailandese: un massaggio thai, un’ora di puro piacere che ti fa tornare come nuova alla modica cifra di 250 bath (poco più di sei euro)!

Esperienze da non provare, oppure provare e – se si sopravvive – non ripetere: prendere il mototaxi. 
Oggi volevo andare a Khao San Road, è la zona hippie della capitale tailandese, piena di bancarelle, negozi tipici e turisti. Non è collegata con la metro e così ho deciso di prendere il moto-taxi. “Visto il traffico almeno arriva prima”, mi sono detta.
C’erano cinque-sei mototassisti con tanto di giubbini catarifrangenti, mi sono messa a contrattare il prezzo e, l’offerta più appetitosa è stata quella di un driver un po’ avanti con l’età. “Bene così, sarà più prudente degli altri”, ho pensato.

Mi ha fatto mettere il casco, e subito dopo ho capito perché in nessuna guida turistica vengono citati i mototaxi: perché sai che parti, ma non sai se arrivi.
Slalom tra le macchine incolonnate ai semafori, strade contromano, salire sui marciapiedi evitando i pedoni per un soffio… non so in quanti momenti ho chiuso gli occhi pensando che era meglio non vedere come andava a finire.
Il culmine l’ho toccato quando il motorino si è spento nel mezzo della carreggiata, mentre cercavamo di fare zig zag tra le macchine, e nel momento esatto in cui scatta il verde. Panico totale. Vedo che il mio driver ha difficoltà a spostarsi, mi muovo come per scendere ma lui inferocito sbraita non so che. Pensavo che scendendo gli avrei alleggerito il compito ma mi attengo alle sue indicazioni, chiudo gli occhi, sento solo i clacson e, quando li riapro, siamo miracolosamente arrivati al bordo della strada. A questo punto mi fa scendere e mi metto sul marciapiede (che è altissimo), lui sta cinque minuti a spingere il pedale per far partire il motore, ma niente.
Così ferma un altro suo collega, gli dà la metà della cifra pattuita ed io rimonto in sella.
Anche questa seconda esperienza non va meglio, perché assisto ad uno scontro frontale tra un motorino e una macchina, e poi becchiamo un’altra moto a terra e la schiviamo per un soffio. Dopo ci immettiamo in una serie di viuzze strette e buie, ne usciamo e – finalmente – vedo che si ferma e spegne il motore. “Siamo arrivati!”, mi dice.
Lo ringrazio, metto i piedi a terra e mi faccio il segno della croce.
Sui Buddha non mi pronuncio, ma oggi so per certo che Dio esiste!

Nella foto i momenti salienti della mia giornata: prima quando rimango a piedi con il mototaxi; dopo quando decido di spostarmi su “acque” più sicure; a seguire il letto delle meraviglie e a chiudere la massaggiatrice dalle mani d’oro!

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