Strisciando sulla Sukhumvit

Di notte Bangkok si trasforma, fuori dai locali ragazze tacco 12 e vestite di tutto punto attendono gambe accavallate l’animarsi della serata. La Tailandia è il paese della perversione, giusto? Vetri oscurati impediscono di vedere ciò che succede all’interno, soltanto alcuni saloni dove si fanno i massaggi consentono la visuale: file di poltrone inclinate mostrano uomini di tutte le nazionalità, un drink sul tavolino accanto alla poltrona, e ai piedi le donne intente a massaggiare. 

Ma non sono solo le donnine ad animare la notte tailandese. Un consiglio: indossare le scarpe chiuse di notte. Perché i marciapiedi pullulano di orrende cimici giganti, dal colore tra il giallo e l’arancione. Se sei fortunato le schiacci, ma altrimenti rischi di trovartele sul piede, e non è una bella sensazione. Mi hanno detto che ci sono anche molti topi, ma io ancora non ne ho beccati.
Questa sera però ho visto qualcosa di peggio. Camminavo sulla Sukhumvit perché volevo mangiare qualcosa, quando mi sono dovuta fermare bruscamente: davanti a me, a terra, c’era un uomo, allungato. Credevo che stesse male, magari era ubriaco, drogato o che ne so io. Ma poi mi son resa conto che non aveva le gambe, avanzava dandosi la spinta con il corpo e le braccia. Le mani erano protese in avanti, e spingevano un barattolo con qualche spicciolo. 
Ho guardato a destra e a sinistra ma nessuno sembrava curarsi di lui, le persone camminavano come se nulla fosse.
Ho deglutito e l’ho superato anche io. Dopo un centinaio di metri, nello stesso isolato, di nuovo, la stessa, identica scena. Un altro uomo a terra privo di arti inferiori che strisciava sulla strada.
Ma che razza di processione è? Quanta barbarie può esserci nel mondo? Perché?

Non ho avuto il coraggio di andare oltre, mi sono fermata e sono tornata indietro, all’ostello, senza mangiare nulla. Mi si era chiuso lo stomaco. 

Nella foto un particolare di questo pomeriggio. Ero andata a visitare il quartiere di ChinaTown, quando è scoppiato un violento acquazzone. Mi sono riparata sotto un tendone, e ci sono rimasta più di mezz’ora. Ad un certo punto da un autobus scendono sette ragazzi e saltano il marciapiede per venire a trovare riparo. Hanno un forte accento british, si scattano un po’ di selfie e poi, due di loro, si tolgono la maglia, vanno sul ciglio della strada e si mettono ad improvvisare una sorta di danza della pioggia, tra gli sguardi attoniti dei cinesi/tailandesi . Insomma, Bangkok sarà pure il regno della perversione, ma quanto a stupidità noi occidentali siamo maestri!

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