¡Hola AYUTTHAYA !

Oggi ho dato le spalle al traffico e allo smog di Bangkok e mi sono concessa una gita fuori porta ad Ayutthaya, l’antica capitale del Siam, una novantina di chilometri verso nord. 
E’ un parco storico che conserva rovine di templi e alcuni Buddha sdraiati. Dal 1991 è patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Ero un po’ titubante questa mattina ad essere sinceri, perché l’idea di trascorrere un’altra giornata da sola a vedere Buddha mi intristiva. Ed invece ho fatto bene ad andare, perché arrivata sul posto (dopo un’ora e mezza su un pulmino) ho fatto amicizia con Sei LorMoon e Pablo Mig , due simpaticissimi ragazzi spagnoli, ed abbiamo trascorso la giornata insieme.

A dire il vero scesa dal minivan avevo chiesto a dei francesi se volevano affittare il TukTuk con me, così da dividere le spese, ma mi hanno risposto che preferivano andare a piedi… A piedi? 40 gradi all’ombra e distanze abissali tra i vari siti da vedere, contenti loro!

Poi ho sentito parlare spagnolo, mi sono girata e ho visto Pablo e Seila: la sintonia è stata immediata, in meno di dieci minuti avevamo già contrattato il prezzo per il TukTuk (meno di dieci euro a testa) ed eravamo pronti ad iniziare il nostro tour!

29 anni lei, avvocato. 32 anni lui, ingegnere meccanico: vengono da Vigo, nel cuore della Galizia. Per me è stato un tonfo al cuore: è proprio in Galizia che ho fatto la mia prima importante esperienza all’estero, correva l’anno 2005 quando come Erasmus arrivavo a Santiago de Compostela con una valigia piena di dubbi e paure, ed ecco che oggi mi sono ritrovata a ripensare a quei luoghi, e a rispolverare il mio spagnolo dopo così tanto tempo.

Selia e Pablo sono una coppia carinissima, sono arrivati ieri a Bangkok dopo aver vissuto una settimana tra giungla e fiumi nella Tailandia del sud, lo shock della metropoli è stato forte. Domani hanno già in mente una nuova meta. 

Il TukTuk ci portava da una parte all’altra della città, noi ci scambiavamo impressioni e contraddizioni sulla Tailandia e sui Tailandesi. Il tempo scorreva, ed io mi fermavo a riflettere su quanto fosse bello stare insieme, ridere, scherzare, raccontarsi, farsi foto… mi è mancato questo benessere nei giorni precedenti.

L’ultima tappa, il Wat Phu Khao Thong ci ha visto salire ottanta scalini sotto il sole cocente per giungere alla cima e vedere un Buddha (piccolo) e un panorama della città (mozzafiato!). Al momento di scendere però avevo paura, sarà stato il caldo e la stanchezza, non so, ma ho iniziato a soffrire di vertigini. Selia mi ha rassicurato e mi ha detto che non avevamo fretta, potevo prendermi tutto il tempo che volevo, mi ha tolto lo zaino e se lo è messo sulle spalle, così da facilitarmi ancor di più l’azione. Sono scesa, a fatica ma sono scesa, e se ce l’ho fatta è stato grazie a lei!

Quando abbiamo finito la visita, prima di andare a riprendere il pulmino ci siamo fatti portare ad un negozio di frutta. 
“I rambutan! Questi sono buonissimi li ho mangiati in Sri Lanka!” , ho detto loro, e ne hanno subito presi mezzo chilo. Gli ho fatto vedere come si aprono e si mangiano, e loro mi hanno istruito su come sbucciare dei frutti fatti a palline, piccole e gialle. 

Ed eccoci allora, tutti e tre, all’ultima fila del pulmino sulla via del rientro, schiacciati come sardine, a mangiare frutta mai vista prima! 

Le foto che vedete sono tutte opera della GoPro di Pablo, in quella in alto a sinistra ci troviamo al Wat Maha, dove la testa del Buddha spunta… tra i rami degli alberi!

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