L'Ultima Cena su una parete gialla

Questa mattina mi ha svegliato il rumore del vento. Sono andata sul balcone di Villa Daisy B&B, e sono rimasta a guardare il verde che mi circonda. Ad incantarmi in questo scenario paradisiaco sono le palme di cocco, ce ne sono tre tipi, quello giallo, quello verde e quello normale che conosciamo anche noi. Ma sono alberi altissimi, devi mettere il naso all’insù se vuoi vederne la cima. 
Ieri ho chiesto a Suneth come si fa a raccogliere i frutti, perché ad aspettare che cadono soli stanno freschi, e soprattutto se malauguratamente ci capiti sotto e ti colpisce beh…rimani secco. Mi ha spiegato che è un lavoro tradizionale, ci sono degli uomini, per lo più giovani e poveri, che per sopravvivere si arrampicano e raccolgono le noci di cocco. Non solo è pericoloso, soprattutto quando c’è il vento e la persona “appesa” inizia a dondolare sulla cima, ma è anche malpagato. Per riuscire a mettere da parte qualcosa questi ragazzi cercano di arrampicarsi ogni giorno su 50 o 60 piante, ci rendiamo conto?

Quest’oggi e è stata una giornata molto prolifica, lavorativamente parlando. Sono riuscita a centrare il tema che mi ero prefissata di investigare, ed è stato possibile soltanto grazie all’aiuto costante e continuo di Dinusha che, malgrado il fuso orario, un doppio lavoro e matrimoni vari, si sta facendo in quattro dall’Italia per organizzarmi tutto al meglio. Son consapevole che, senza il suo supporto, sarei riuscita a raccogliere l’1% di tutto ciò, e non finirò mai di essergli grata.

Non starò qui a raccontare le storie che ho raccolto (spero che riuscirete a vederle/leggerle molto presto su altri canali..) ma mi hanno colpito molto. Spesso era difficile rimanere concentrati nello scattare le foto, quando ascoltavo testimonianze di sofferenze, di diritti negati, storie – per lo più - senza possibilità di riscatto. E’ triste, tanto.  
Mi hanno accompagnato in questo viaggio MáleeShà e Ravindu , sono due ragazzi molto simpatici e disponibili. Ravindu, in particolare, ha sfoggiato una pazienza infinita, perché io sono consapevole di quanto possa diventare intrattabile nel pretendere di raccogliere il massimo in pochissimo tempo, ma lui si è mostrato sempre sereno e ha cercato di rassicurarmi. E’ giovane Ravindu, ha da poco aperto una piccola agenzia di viaggi, che gestisce autonomamente. Posso solo immaginare quanto possa essere difficile per lui farsi strada. Mi ha detto che oggi è stata la prima volta che ha affiancato una giornalista e, mentre il TukTuk schizzava sulla via del rientro, mi ha confidato di essersi trovato in imbarazzo in molti momenti. “Io organizzo tour, giri al Safari, faccio scoprire ai turisti le bellezze del mio paese. Non mi piace essere invadente, bussare alla porta della gente e spingerli a farsi fotografare, so che per te era importante e l’ho fatto, ma mi sono sentito a disagio”. Lo conosco bene quel tipo di disagio, Ravindu, credimi, ma ci si impara a convivere con il passare del tempo. 

Intorno alle 19 sono rientrata a Villa Daisy, per ripartire poi, mezzora dopo, con i genitori di Dinusha. Il nipote infatti ci è venuto a prendere in macchina, e siamo andati a casa di alcuni loro amici che a loro volta mi hanno accompagnato in un posto dove ho potuto fare foto e interviste. Vedete quanta gente si sta prodigando per me? Quante persone si stanno attivando per aiutarmi? E' bellissimo lavorare così, grazie I go to Sri Lanka Operatore Turistico !

La serata si è conclusa attorno ad un tavolino verde imbandito di delizie, sulla parete di fronte la riproduzione di una raffigurazione de “L’Ultima Cena”. Ne sai qualcosa, Alessandro Lacché ? :)

Nella foto vi delizio con le mie peripezie. Questo pomeriggio infatti, mentre io scattavo e facevo interviste, mentre Ravindu mi traduceva e si improvvisava anche assistente fotografo, MáleeShà si è dilettato nel fare il suo personale reportage sulla sottoscritta. Ed allora…come non farvi ridere un po’!

13776026_10209039708606601_818836419528286460_n.jpg