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Admiralteyskaya e Ermitage

Quest’oggi abbiamo preso la metropolitana di San Pietroburgo, pare che sia la più profonda al mondo.
È una metro che arriva fino a 86 metri di profondità, e c’è da dire che li senti tutti, alla fermata di Admiralteyskaya , quando prima di risalire devi rimanere per svariati ed interminabili minuti su una scala mobile che procede ad andamento sostenuto ed è molto ripida.
Conquistata di nuovo la luce la tappa seguente è stato l’Ermitage, e per arrivarci siamo stati capaci di chiedere informazioni agli unici russi che erano turisti come noi: si trattava di una mamma con una figlia adolescente, la quale mi ha detto che venivano da un paesino piccolo della Russia dell’Est (e capirai, potrebbero anche arrivare dall’altro estremo dell’Asia per quel che mi riguarda!), e si è sorpresa del fatto che noi come italiani avessimo scelto proprio San Pietroburgo come meta turistica.

L’Ermitage è un complesso gigantesco, avevo letto su internet che una visita veloce richiedeva almeno tre ore, ed in effetti noi ci abbiamo messo poco meno, e so per certo che abbiamo saltato varie parti… alla fine, però, eravamo così stanchi che abbiamo smesso di guardare le opere esposte, ci siamo seduti e ci siamo concentrati ad osservare il flusso di persone che ci passava davanti, ed è stato come fare un piccolo giro del mondo rimanendo fermi.

Al termine dell’Ermitage ci siamo concessi un giro nel battello sulle rive della Neva, provvidenziale si è rivelata la copertina rossa che hanno fornito ad ogni passeggero, perché il tour è durato più di un’ora e mezza, ed il venticello si faceva sentire ( non per papà che invece ha usato il plaid come cuscino!).
Intanto per la cronaca sto facendo progressi in materia di integrazione; oggi ho imparato la mia prima parola in russo: KACCA, si pronuncia “Cacca” e significa “Cassa”. Facile no?

Nelle foto, dall’alto e in senso antiorario: un “piccolo” mosaico sotto la metro; papà che si fa un selfie all’Ermitage; un altro momento “ludico” sempre all’interno del museo; a seguire il giro sul battello con pole position annessa; ed infine un tizio che mi ha fatto storie prima di concedermi una foto perché sosteneva che io non fossi alla sua altezza.

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