russia2018

La metro di Mosca

Oggi, per sfuggire al caldo russo (no no, non è una battuta: il sole ha picchiato tutto il giorno, e le temperature hanno toccato i 30 gradi...! ) nelle ore più calde ci siamo rifugiati nella metro di Mosca che, oltre ad essere una delle più trafficate al mondo, è anche un’ attrattiva turistica a costo quasi zero. Il biglietto infatti costa la metà rispetto a Roma e Milano, ti consente di vedere una marea di opere d’arte, e di farlo in modo dinamico, spostandoti e districandoti tra le 12 linee che compongono la metro. 
Insomma, mi verrebbe da definirlo un piccolo orienteering , la cui unica pecca sono le istruzioni in cirillico! 

Noi abbiamo visitato una decina di “fermate”, e tra mosaici , ceramiche, dipinti, vetrate, sculture e marmi beh...c’è stato davvero da sbizzarrirsi!

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Mosca blindata

Oggi Putin ha tentato di metterci i bastoni tra le ruote perché ha blindato tutto il centro per una non meglio specificata celebrazione nazionale . Però nonostante i militari abbiano transennato e chiuso tutte le strade ( e trovare un militare che parla inglese a Mosca equivale a cercare Maria a Roma ) , noi siamo riusciti a visitare tutte le mete che ci eravamo prefissate, servendoci anche del battello. 

A fine giornata questo il risultato: il team Romina&Papà batte Putin in zona Cesarini. 

A prestanza fisica però ha vinto lui: noi siamo ko dopo aver camminato tutto il giorno !

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Admiralteyskaya e Ermitage

Quest’oggi abbiamo preso la metropolitana di San Pietroburgo, pare che sia la più profonda al mondo.
È una metro che arriva fino a 86 metri di profondità, e c’è da dire che li senti tutti, alla fermata di Admiralteyskaya , quando prima di risalire devi rimanere per svariati ed interminabili minuti su una scala mobile che procede ad andamento sostenuto ed è molto ripida.
Conquistata di nuovo la luce la tappa seguente è stato l’Ermitage, e per arrivarci siamo stati capaci di chiedere informazioni agli unici russi che erano turisti come noi: si trattava di una mamma con una figlia adolescente, la quale mi ha detto che venivano da un paesino piccolo della Russia dell’Est (e capirai, potrebbero anche arrivare dall’altro estremo dell’Asia per quel che mi riguarda!), e si è sorpresa del fatto che noi come italiani avessimo scelto proprio San Pietroburgo come meta turistica.

L’Ermitage è un complesso gigantesco, avevo letto su internet che una visita veloce richiedeva almeno tre ore, ed in effetti noi ci abbiamo messo poco meno, e so per certo che abbiamo saltato varie parti… alla fine, però, eravamo così stanchi che abbiamo smesso di guardare le opere esposte, ci siamo seduti e ci siamo concentrati ad osservare il flusso di persone che ci passava davanti, ed è stato come fare un piccolo giro del mondo rimanendo fermi.

Al termine dell’Ermitage ci siamo concessi un giro nel battello sulle rive della Neva, provvidenziale si è rivelata la copertina rossa che hanno fornito ad ogni passeggero, perché il tour è durato più di un’ora e mezza, ed il venticello si faceva sentire ( non per papà che invece ha usato il plaid come cuscino!).
Intanto per la cronaca sto facendo progressi in materia di integrazione; oggi ho imparato la mia prima parola in russo: KACCA, si pronuncia “Cacca” e significa “Cassa”. Facile no?

Nelle foto, dall’alto e in senso antiorario: un “piccolo” mosaico sotto la metro; papà che si fa un selfie all’Ermitage; un altro momento “ludico” sempre all’interno del museo; a seguire il giro sul battello con pole position annessa; ed infine un tizio che mi ha fatto storie prima di concedermi una foto perché sosteneva che io non fossi alla sua altezza.

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capirsi...a San Pietroburgo

San Pietroburgo ci ha accolto con il sole stamani ; abbiamo camminato senza sosta alla scoperta della città , la quiete e la sua armoniosità ci hanno cullato, anche se a fine serata la stanchezza nelle gambe si percepisce tutta!

Non avrei mai creduto di poter trovare difficoltà a comunicare in inglese in aeroporto e in albergo, ed invece sì. Il messaggio è chiaro: la Russia ai russi, e al russo, e tanta pace per voi turisti che non lo conoscete .
Di disponibilità e gentilezza , in compenso, ne abbiamo trovata tanta : la tipa dell’albergo ad esempio è una Google translate dipendente, mi parla nella sua lingua ed io devo essere accanto allo schermo del suo pc che in simultanea mi traduce bizzarre frasi in italiano. Ma in fondo, il bello, non è proprio Riuscire a capirsi nonostante la diversità ? 😀

Nelle foto, dall’alto in senso orario : la cattedrale di Sant’Isacco; io che tento la scalata per guadagnare la vista sulla città ; il fiume Neva con nave da guerra annessa; il Palazzo d’Inverno e l’Hermitage ; la Fortezza di Pietro e Paolo; papà all’interno del Cats Cafè

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